Lo stop decorrerà dall’entrata in vigore del decreto-legge approvato ieri sera dal Consiglio dei Ministri, pubblicato poco dopo in Gazzetta Ufficiale e in vigore da oggi.
Si potrà continuare ad optare per sconto in fattura o cessione del credito soltanto per i lavori per i quali prima dall’entrata in vigore del decreto sia stata presentata la Cila (o la richiesta di titolo abitativo per gli interventi di demolizione e ricostruzione). Per tutti gli interventi con Cila successiva sarà utilizzabile soltanto la detrazione Irpef
Allentamento della responsabilità in solido dei cessionari
Con le nuove norme, ferme restando le ipotesi di dolo, si esclude il concorso nella violazione, e quindi la responsabilità in solido, per il fornitore che ha applicato lo sconto e per i cessionari che hanno acquisito il credito e che siano in possesso della documentazione utile dimostrare l’effettività delle opere realizzate.
L’esclusione opera anche per i soggetti, diversi dai consumatori o utenti, che acquistano i crediti di imposta da una banca, o da altra società appartenente al gruppo bancario di quella banca, con la quale abbiano stipulato un contratto di conto corrente, facendosi rilasciare un’attestazione di possesso, da parte della banca o della diversa società del gruppo cedente, di tutta la documentazione.
Resta, peraltro, fermo che il solo mancato possesso della documentazione non costituisce causa di responsabilità solidale per dolo o colpa grave del cessionario, il quale può fornire con ogni mezzo prova della propria diligenza o non gravità della negligenza.
Stop all’acquisto dei crediti da parte delle Regioni
Si introduce il divieto, per le pubbliche amministrazioni, di essere cessionarie di crediti d’imposta relativi agli incentivi fiscali maturati con tali tipologie di intervento.
Così il decreto blocca sul nascere le iniziative intraprese da alcune Regioni – per prime Sardegna, Piemonte, Provincia di Treviso e Basilicata – per soccorrere imprese e professionisti che, dopo aver praticato lo sconto in fattura e acquisito il relativo credito fiscale, non riescono a smaltirlo.
Sulla stessa strada si stavano muovendo anche Puglia, Abruzzo e Veneto. Già ieri era emersa la contrarietà del Governo nei confronti di queste iniziative, ma la soluzione individuata sembrava essere quella di un disciplinare al quale Regioni ed Enti locali avrebbero dovuto adeguarsi per seguire una procedura di acquisto dei crediti unitaria.
Fonte e Rif: CGIA Mestre