Nei prossimi 40 anni il livello di mari italiani aumenterà fino a 19 centimetri e la temperatura dell’acqua crescerà di 2,3 gradi. I ghiacciai hanno già perso il 30-40% del loro volume. Sono i dati allarmanti messi nero su bianco dal governo italiano nel Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), approvato dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. Il decreto del ministro Gilberto Pichetto Fratin è del 21 dicembre scorso ed è stato reso noto il 2 gennaio nei dettagli. Il Piano contiene «oltre 360 azioni rivolte ai sistemi naturali, sociali ed economici» per rispondere «alla sfida dei cambiamenti climatici». Secondo il ministero è «un passo importante per la pianificazione e l’attuazione di azioni di adattamento ai cambiamenti climatici nel nostro Paese. Il Mediterraneo rischia di diventare sempre più caldo e di subire profondi mutamenti».
L’obiettivo principale del Pnacc «è fornire un quadro di indirizzo nazionale per l’implementazione di azioni finalizzate a ridurre al minimo possibile i rischi derivanti dai cambiamenti climatici, a migliorare la capacità di adattamento dei sistemi socioeconomici e naturali, nonché a trarre vantaggio dalle eventuali opportunità che si potranno presentare con le nuove condizioni climatiche». «Il territorio nazionale è notoriamente soggetto a fenomeni di dissesto, alluvioni, erosione delle coste, carenza idrica», si legge nel documento, «e già oggi è evidente come l’aumento delle temperature e l’intensificarsi di eventi estremi connessi ai cambiamenti climatici (siccità, ondate di caldo, venti, piogge intense, ecc.) amplifichino tali rischi i cui impatti economici, sociali e ambientali sono destinati ad aumentare nei prossimi decenni».
Nelle proiezioni per il periodo 2036-2065, rispetto ai dati delle simulazioni climatiche per il periodo 1981-2010, le anomalie di temperatura vanno da +1,9 °C nel Tirreno a +2,3 gradi nell’Adriatico (con +2,6 °C sulle medie invernali). Per quanto riguarda l’aumento del livello del mare, nel Tirreno e nel mar Ligure si arriva fino a 19 centimetri in più. Nel 2022 le precipitazioni sono state di molto inferiori alla media, soprattutto durante l’inverno e la primavera nell’Italia centro-settentrionale, con -40% di pioggia rispetto al periodo 1991-2020 e diverse aree del Nord Italia hanno avuto condizioni di siccità severa ed estrema. L’estate è stata caratterizzata da un caldo intenso e prolungato; un’ondata di calore a fine giugno ha investito le regioni centro-settentrionali, con temperature massime che hanno superato i 38 °C in diverse località. La durata della copertura nevosa nei fondovalle e sui versanti meridionali fino a 2 mila metri si ridurrà di 4-5 settimane e di 2-3 settimane a 2.500 metri.
Catastrofe CO2 senza politiche di mitigazione forte
Nelloscenario peggiore, con consumo intensivo di combustibili fossili e senza l’adozione di qualsiasi politica di mitigazione, entro il 2100 il livello di CO2 in atmosfera potrebbe arrivare a 840-1120 ppm, quattro volte di più rispetto ai livelli preindustriali di 280 ppm e le temperature aumenteranno di 4,5-5 gradi.In uno scenario intermedio, con alcune iniziative per controllare le emissioni, entro il 2070 le concentrazioni di CO2 scendono sotto i livelli attuali (400 ppm) e la concentrazione atmosferica si stabilizza nel 2100 a circa il doppio dei livelli preindustriali. In unoscenario di mitigazione aggressiva, invece, le emissioni sarebbero dimezzate entro il 2050. Con le strategie di mitigazione ‘aggressive’ le emissioni di gas serra iniziano a diminuire dopo circa un decennio e si avvicinano allo zero in 60 anni con temperature medie globali in aumento di 0,3-1,7 gradi.
Rif. e Art: di Paolo Virtuani sul Corriere della Sera –> https://www.corriere.it/cronache/24_gennaio_02/clima-dati-choc-ministero-tra-40-anni-italia-mare-crescera-19-centimetri-sara-piu-caldo-24-gradi-8d5c973c-a97b-11ee-a408-f95cc646ef40.shtml#